Louis, che leggeva e scriveva con un punteruolo

Louis Braille vuole aiutare suo padre, mastro sellaio e conciatore, come fanno i suoi tre fratelli più grandi. Ma Louis è piccolo, ha solo 3 anni: è nato ne 1809 vicino a Parigi. Un giorno riesce a entrare nell’officina del papà, finalmente può usare gli attrezzi. Prende un punteruolo, ma gli scappa dalle mani. La punta gli buca un occhio. Louis perde immediatamente la vista dall’occhio sinistro. Contrae una grave infezione, che i medici non riescono a fermare. Due anni dopo, perde l’altro occhio. A 5 anni, diventa cieco totale.

I suoi genitori sono convinti dell’importanza dell’istruzione. Tutti i loro figli devono saper leggere e scrivere. Anche Louis. Così a 10 anni Louis ottiene una borsa di studio per l’Istituzione dei Giovani Ciechi, fondato da Valentin Haüy 25 anni prima. L’educatore parigino aveva ideato un modo per insegnare ai ragazzi ciechi a leggere, ma non a scrivere.  

Il papà di Louis fabbrica un alfabeto di pelle spessa, di modo che possa comporre qualche parola con quelle lettere. Louis è uno studente brillante, un musicista di talento e un appassionato di invenzioni. Vuole trovare un modo efficiente per scrivere. Si ispira all’idea di un capitano dell’esercito, che ha ideato un procedimento per decifrare al buio della notte messaggi nelle trincee. Louis lo semplifica e lo personalizza: abbozza un sistema basato su sei punti in rilievo divisi su due colonne. Per creare i punti utilizza un punteruolo: lo strumento che gli ha tolto la vista gli regala la capacità di scrittura.

Louis ha solo 15 anni. Lavora per cinque anni al suo progetto, poi lo presenta al mondo. Nel 1829, usando il metodo di Haüy, scrive il saggio “Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro”Nasce il metodo Braille. Luois continua a perfezionare la sua opera. Nel 1837 pubblica una seconda edizione con una riproduzione del Padrenostro. Ne vengono inviate copie in tutta Europa e negli Stati Uniti.

I direttori dell’istituto non apprezzano il metodo, non lo vogliono utilizzare; “troppo complicato”, dicono. In realtà qualcuno teme che gli studenti si scambino messaggi segreti. Così Louis muore a 43 anni di tubercolosi senza conoscere il successo del suo metodo.
Nel 1949 l’Unesco decide di uniformare i vari alfabeti Braille: il sistema venne così adottato nelle lingue arabe, in quelle orientali e nei dialetti africani. I ciechi di tutto il mondo oggi scrivono e leggono combinando i punti in 64 modi differenti.