È fine novembre e i bambini della terza elementare stanno preparando la recita di Natale. Marta è molto emozionata. Sta andando a scuola e non vede l’ora di fare le prove.
Ma quando arriva a scuola trova un imprevisto: l’ascensore è rotto. Marta si muove con una carrozzina elettrica. Non può arrivare alla sua aula, al secondo piano, usando le scale; nessuno riuscirebbe a trasportare una carrozzina così pesante. Inoltre, sarebbe pericoloso, dato il peso di tutta l’attrezzatura.
Marta ha la Sma di tipo 1, la forma più grave della malattia. Una patologia neurodegenerativa che compromette il funzionamento dei muscoli, impedendo i movimenti, la deambulazione, la deglutizione e compromettendo anche la respirazione. Per questo Marta ha una tracheotomia, una apertura clinicamente praticata che le permette di usare un respiratore.
Quel giorno, quindi, niente scuola per Marta. È costretta a tornare a casa, perdere le lezioni, la compagnia degli altri bambini, le prove della recita. Per fortuna mancano tre settimane alla festa di Natale; ci sarà tempo di recuperare.
Ma i giorni passano, e l’ascensore è sempre fuori servizio. Una settimana, poi dieci giorni… Non ci sono novità. Le maestre rimandano alla dirigente, che rimanda alla ditta appaltatrice del servizio di manutenzione, che rimanda all’ufficio tecnico del Comune.
Intanto Marta è casa, giorno dopo giorno.
La mamma si rivolge a un avvocato. Il legale contatta direttamente il sindaco: è mai possibile, dice, che a un bambino sia impedito andare in classe perché non si riesce ad aggiustare un ascensore in un edificio pubblico? E’ così che emerge che l’ ascensore, in realtà, non era mai stato collaudato. Non si tratta solo di un guasto; l’impianto ufficialmente non poteva considerarsi a norma.
Ma il sindaco non sembra preoccuparsi particolarmente della cosa; quantomeno, non la valuta come una emergenza. Anzi, risponde che, per quanto ne sa, la bambina non potrebbe comunque prendere un ascensore, in quanto tracheostomizzata. Forse gli sfugge che Marta va a scuola così da due anni. E non sa di quante persone con tracheotomia entrano ed escono dagli edifici ogni giorno.
Mentre continuano discussioni fuorvianti su temi inutili, il tempo passa, e arriva il giorno della festa di Natale. I bambini danno vita alla loro recita. Sono emozionati, e felici, insieme alle loro famiglie. Marta, invece, è assente. E non per sua scelta. Nessuno è riuscito a trovare una soluzione perché potesse partecipare anche lei. Solo più tardi, dopo il rientro dalle vacanze il gennaio, la scuola mette insieme un ripiego. Organizza un evento festoso nella palestra scolastica, con giochi e clown, con Marta insieme ai suoi compagni. Una sorta di ritardato risarcimento; quando sarebbe bastato far funzionare un ascensore