Thomas Five* ha 65 anni e va alla Standford University: non è un insegnante, né uno studente fuori corso. Sta partecipando a un progetto, che sembra quasi magia più che scienza: scrivere con il pensiero.
Thomas non può scrivere con una penna o una matita, neppure con una tastiera o un mouse. Nel 2007, a causa di un incidente stradale, è rimasto paralizzato dal collo in giù. Ha perso qualsiasi movimento ad esclusione di quelli del viso. La sua comunicazione è solo verbale. Per scrivere al computer o messaggiare con uno smartphone, deve usare il registratore o un puntatore oculare.
Ma oggi è diverso. Oggi è riuscito a scrivere su un computer semplicemente fissando lo schermo e “immaginando” di muovere una penna.
A trasformare i suoi pensieri in segni grafici è un macchina, collegata con il cervello. I ricercatori di Sta ndford hanno creato microchip, grandi come una aspirina, ognuno dei quali dotato di 100 elettrodi.
Thomas fissa lo schermo, e semplicemente pensa di avere una penna in mano. Poi il suo cervello inizia a scrivere.
Thomas immagina, con concentrazione, di muovere la mano e tracciare le lettere. Tutti i movimenti che ha fatto per decenni, da quando ha imparato a scrivere a scuola, da bambino, fino all’incidente. Tutti rimasti memorizzati nel cervello, che si mette in azione esattamente come se la sua mano potesse rispondere a quei comandi.
A Thomas sembra di scrivere di nuovo, ha la sensazione di avere la penna in mano. Scopre addirittura che, se immagina di scrivere lettere più piccole, scrive – con il pensiero – più velocemente.
Lettera dopo lettera, gli elettrodi trasformano quei pensieri in forma grafica. Gli impulsi elettrici del cervello divengono lettere, poi parole. L’intelligenza artificiale rileva i segni come scrittura a mano, e in automatico la trasforma nei caratteri stampati. Sullo schermo del PC appare ciò che Thomas pensa di scrivere.
Thomas scrive 18 parole al minuto. Digitando sullo smartphone, mediamente una persona ne scrive 23 in 60 secondi. La precisione di rilevazione è del 94 per cento; inserendo il correttore automatico, diventa del 99%.
L’esperimento è un successo. Per ora, è solo un prototipo per una ricerca a Standford. Ma un domani, una macchina potrebbe permettere a Thomas, e a tutte le persone che non possono muovere autonomamente gli altri, di comunicare per iscritto a normale velocità.
*Nome di fantasia per una storia reale di cronaca