Adam Gorlitsky ha 19 anni e sta organizzando la sua vita. Studia all’Università della Carolina del Sud, è il miglior tiratore della squadra universitaria di basket, fa parte di una delle migliori confraternite e ha appena trovato un nuovo appartamento.
E’ il 30 dicembre 2005, e Adam ha appena finito il trasloco. Sale sull’auto di suo padre per affrontare il viaggio di due ore verso casa dei suoi genitori, a Charleston, pronto a passare il capodanno con gli amici. Percorre la Highway 26 a 8o miglia, entro i limiti, tranquillamente. Ma poi avviene l’imprevedibile. Un colpo di sonno; dura un attimo solo, ma è sufficiente. Adama perde il controllo dell’auto, che finisce fuori strada, precipita lungo il pendio accanto all’autostrada, sbatte contro gli alberi.
Adam non indossa la cintura di sicurezza; l’incoscienza dei 19 anni. Viene sbalzato dal sedile di guida, rotola nell’abitacolo, sbatte conto il tetto; poi si ritrova sdraiato sul sedile posteriore. Non riesce a muoversi. Attende i soccorsi, che lo trasportano in ospedale in elicottero. La diagnosi è frattura spinale a livello T9; è paralizzato dalla vita in giù.
La riabilitazione è lunga. Per settimane, Adam resta a letto: perde oltre 20 chili, ha un ventilatore che lo aiuta a respirare, ed è così debole che fatica anche solo a stare seduto. Poi riprende la sua vita. Si laurea con un anno di ritardo, ma fatica a trovare lavoro. Cerca di entrare nel mondo televisivo, girando dei cortometraggi. Alla fine, lavora nell’azienda di famiglia, che vende prodotti per animali. Quando mette le sue foto sui social, taglia la carrozzina dall’inquadratura.
E’ il 2015, Adam ha 29 anni. Si reca per il controllo annuale al centro per lesioni al midollo spinale di Charleston. I medici gli mostrano un esoscheletro Re Walk. “E’ qui che prende polvere. Lo vuoi provare?” gli dicono. E’ una struttura in metallo, del peso di 25 chili, composta da due tutori per le gambe sostenuti sul petto da una cinghia; sul retro è installato un motore. Quando si sposta il peso del corpo in avanti, poggiando su due stampelle, un sensore registra il movimento e il motore spinge l’esoscheletro all’altezza dell’anca, spostando la gamba.
Nel mondo ce ne sono solo 250 pezzi. Ed è con uno di questi 250, che Adam si alza in piedi da solo dopo 10 anni. Il suo primo pensiero è “Devo correre la maratona lungo il fiume Cooper dell’anno prossimo usando questo”.
Come per chiunque inizi a camminare, il processo è lungo. All’inizio, i muscoli sono talmente disabituati al movimento che Adam può solo stare in piedi, immobile, per pochi minuti; il dolore è troppo intenso. Ma non cede, e continua a provarci. Dopo 10 settimane, è in grado di percorrere un intero isolato. L’andatura col ReWalk è lenta, circa 1 chilometro e mezzo all’ora. Ma Adam non ha intenzione di fermarsi.
Arriva il giorno della corsa sul fiume Cooper. Adam parte, insieme a suo padre; a poco a poco, tutta Charleston lo segue. Ci vogliono 7 ore e 17.932 passi, ma arriva al traguardo. “E’ stato in assoluto il giorno più bello della mia vita” racconta. Diventa il primo uomo paralizzato ad aver percorso la Cooper River Bridge run. A ricordo perenne dell’impresa, si tatua il numero 17.932 sul braccio.
Ma ad Adam non basta. Ci ha preso gusto, a sentire il brivido della competizione. Cerca nuove sfide. Si pone l’obiettivo di raggiungere il milione di passi con l’esoscheletro. Nel 2018 percorre per intero la mezza maratona di Portland; ci mette quasi 20 ore, senza dormire. Ma taglia il traguardo con il sorriso.
Poi, all’improvviso, Adam si trova ad avere un contendente. Dall’altra parte del mondo. Simon Kindleysides, indossando lo stesso esoscheletro, completa la maratona di Londra in 36 ore e 46 minuti. E’ un record mondiale.
E Adam decide che vuole farlo suo.
Continua a allenarsi, corsa dopo corsa. Nell’aprile del 2019 decide di partecipare alla maratona di Los Angeles; è la sua 35esima partecipazione a una corsa su strada. Questa volta, però, non raggiunge il traguardo; cede dopo 28 chilometri. Ma è un ragazzo competitivo e ha un traguardo davanti a sè; ricomincia ad allenarsi, ancora più duramente.
L’obiettivo è la maratona di Charleston, di nuovo nella sua città natale. L’11 gennaio 2020 Adam è ai nastri di partenza. Cammina, passo dopo passo, chilometro dopo chilometro. Si ferma solo un’ora per riposare, oltre a un paio di soste per andare in bagno e sostituire le batterie. La sfida è brutale, la stanchezza quasi disumana: “Le ultime 2,2 miglia, sono state atroci. Ho letteralmente avuto dei micro-blackout mentre camminavo, dove all’improvviso perdevo conoscenza per 2 o 3 secondi”
Impiega 33 ore, 50 minuti e 23 secondi, ma riesce a tagliare il traguardo: è il nuovo record mondiale.
Adam continua nel suo obiettivo di percorrere 1 milione di passi con l’esoscheletro in competizioni su strada. E’ arrivato a 442.122. Il conteggio ufficiale è sul sito della sua fondazione “I got leg”.