Beatrice Tassone è appena nata ma già è capace di distinguersi. E’ il 2004 e in una città dell’hinterland milanese nasce una bambina che si fa subito notare. I neonati sembrano tutti uguali ma non lei: è albina, ovvero ha un difetto enzimico che comporta, principalmente, una melanina ridotta. Bea ha la pelle delicatissima e i capelli quasi bianchi, inoltre questa sua condizione richiede altri approfondimenti clinici, perché spesso causa anche problemi alla vista. Infatti i controlli successivi dimostrano che Bea è ipovedente.
I genitori però nei primi anni notano altri comportamenti che li fanno insospettire. Bea ama rifugiarsi negli angoli, a 3 anni ancora non parla, ha crisi di rabbia se le fanno percorrere una strada diversa rispetto quella cui è abituata. Secondo i dottori il tutto è dovuto all’ipovisione e al fastidio nello stare alla luce del sole, ma i genitori di Bea non sono convinti e così insistono fino ad arrivare a una diagnosi: autismo.
E’ per questo che prendono una decisione adatta alle necessitò della figlia. La iscrivono in una scuola pensata per accogliere gli alunni con disabilità. Tra le altre cose ha classi con pochissimi alunni, massimo 10: la situazione ideale per Bea che fatica a gestire situazioni in cui ci sono molte persone, troppo rumore, stimoli eccessivi.
Bea ha 18 anni; ha completato l’intero percorso scolastico nella stessa scuola fino al diploma al centro di formazione. Nel frattempo però ha scoperto la sua vera passione e quindi la sua strada: il disegno. Fin da piccola ha passato ore a disegnare e quella sua passione è diventata una vocazione da trasformare in professione. Così Bea ha cominciato a fare corsi di fumetto, creando le sue prime opere in autonomia e poi guidata a un maestro. Le sue difficoltà visive non le creano alcun ostacolo: quando disegna riesce perfettamente a realizzare quello che ha in mente.

Qualche problema in più lo riscontra quando cammina per le strade. Le manca la visione in profondità, per questo talvolta cammina con il classico bastone bianco. Fare strade nuove è ancora complicato e cambiare abitudini sempre una sfida, ma Bea si fa guidare dal suo obiettivo. Ora che ha finito la scuola, non ha nessuna intenzione di trovare un lavoro qualsiasi per avere un stipendio, non vuole essere invischiata in una professione che non ama chissà per quanti anni. Il suo sogno è diventare una fumettista.
Alla fine arriva la sua prima grande occasione: un conoscente la contatta per illustrare un fumetto commissionato da un noto marchio commerciale. Tema della pubblicazione l’autismo: Bea ha così modo di esprimere la sua arte mentre racconta a chi non lo conosce il mondo di chi è autistico.

Bea ha anche un altro grande sogno: visitare il Giappone, la patria del fumetto. Da sempre è stata affascinata dall’Oriente, dalla Cina prima e dal Paese del Sol Levante poi. Ha anche studiato il giapponese e vuole confrontarsi con dei madrelingua, per imparare la lingua e potersi addentrare sempre più in quella seducente cultura. L’occasione non le mancherà: con caparbietà e costanza è riuscita a organizzare un viaggio in Giappone con sua mamma; la partenza è ormai imminente.
Descrizione immagne di copertina: foto di Bea in primo piano in bianco e nero. Bea è di proflo e guarda verso destra, ha i capelli raccolti in una crocchia bassa e una ciocca che le sull’orecchio; porta occhia tondi
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