Luigi Gariano ha 23 anni e una vita diversa da quella di molti suoi coetanei. Ha lasciato la scuola presto, prima della terza media, e ha preso un libretto di lavoro. In pochi anni è diventato caporeparto in una ditta meccanica, a Pontedera in Toscana; gestisce 40 dipendenti, molti ben più grandi di lui. Sposato giovanissimo, ha già un bambino di 2 anni. Tra famiglia e lavoro le giornate sono piene e intense, ma Luigi ha trovato il suo equilibrio.
Il ritmo frenetico quotidiano lo porta ad accusare una certa debolezza nei movimenti. Troppa debolezza, e troppo spesso. Non riesce più a fare ciò che faceva prima, né a casa, dove la famiglia si è allargata con un secondo figlio, né al lavoro; tutto lo affatica. Inizia una serie di accertamenti medici che si trascinano per anni. In uno dei tanti pellegrinaggi incontra un medico ricercatore nell’ambito delle malattie neuromuscolari e degenerative; lo invita a Pisa per degli accertamenti. Così arriva la diagnosi: distrofia muscolare.
Luigi ha 29 anni, e si ritrova senza lavoro. Non può cambiare gestione, e non riesce più a ricoprire il suo ruolo. Ha due bambini piccola, una moglie che lavora saltuariamente, un curriculum con 10 anni di esperienza ma non trova una nuova occupazione. Davanti a sé non vede prospettive.
Un giorno durante una visita medica, incontra il presidente dell’Associazione sportiva per disabili A.S.Ha. Pontedera. Gli dice con semplicità “Puoi continuare a vivere uguale” e lo porta dentro l’associazione. Luigi entra come semplice volontario e scopre un mondo che non conosceva, fatto di persone con disabilità gravi e malattie degenerative che, semplicemente, fanno sport. In una fase delicatissima di adeguamento a una diversa quotidianità, nell’assenza del supporto istituzionale, Luigi rinasce grazie all’associazione. Comincia a pensare che, come gli è stato detto, può continuare a vivere uguale.
Con il supporto di questa realtà riesce a ottenere un contributo che gli permettere di portare in famiglia una serenità economica. Non è più solo con la sua famiglia ad affrontare ostacoli e difficoltà; finalmente ha trovato un luogo di condivisione. Ritrova anche tempo per se stesso, per coltivare rapporti e amicizie; dai 15 ai 27 anni c’era solo la fabbrica e la famiglia. Luigi ha modo di reinventarsi: torna a studiare, e prende la licenza di terza media, cosa che non aveva fatto da ragazzo.
Il suo impegno nell’associazione diventa più strutturato. Ne diventa presidente, e ricopre la carica per anni. Impara, giorno dopo giorno, quanto c’è da fare per arrivare a una autodeterminazione delle persone con disabilità, a un reale riconoscimento dei diritti personali.
Diventa un attivista per i diritti civili, anche al di fuori dell’associazione. Porta avanti in prima persona la battaglia per il riconoscimento dei progetti e dei contributi per la Vita Indipendente.
E’ il 2020. Luigi ha 45 anni e, sotto il sole cocente dell’agosto italiano, sta manifestando fuori dal Palazzo della Regione Toscana. Insieme ad altre persone con disabilità, chiede lo sblocco dei finanziamenti per i progetti di Vita Indipendente. Le ore passano, la situazione non sembra modificarsi. Luigi fa una battuta a un amico “Se devo morire qui, preferisco farlo con l’aria condizionata”. Entra nel palazzo per andare in bagno, e non ne esce più. Occupa le sale dell’edificio regionale per 9 giorni e 8 notti, ma ottiene ciò per cui era entrato.
E’ il 2021. Luigi non ha mai smesso di lottare per i diritti delle persone disabili, e ha compreso che è necessario farlo in prima persona. Insieme a un gruppo di amici uniti dagli stessi ideali, dà vita a un movimento politico per sostenere le famiglie in maggiore difficoltà sociale. Il 27 aprile 2021 nasce il Movimento Rivoluzione Umana, Luigi ne è il primo presidente.