Muoversi con una sedia a rotelle può portare sorprese inattese, come quella di ritrovarsi ad ammirare il meraviglioso panorama di un ridente quanto isolato paesino lombardo per fare una semplice radiografia panoramica ai denti non avendo trovato nessuna altro centro organizzato.
Questo è accaduto a Cristina per curare un dente. Giorni interi impegnati solo per capire dove riuscire a fare una radiografia.
Le altre persone, quelle che si muovono senza carrozzina, agiscono in maniera molto più banale: scelgono solitamente lo studio medico o l’ospedale più vicino casa, quello che risulta più comodo o ha un posto libero il prima possibile. Ma chi si trova su una sedia a rotelle no. In maniera molto più creativa, deve scandagliare tutti gli studi medici vicini, lontani e anche lontanissimi, per trovarne uno che abbia un macchinario compatibile con la sua situazione.
Perché i macchinari radiografici comuni, quelli per intenderci con un braccio meccanico che ruota attorno alla testa del paziente, non tengono conto dello spazio necessario per ospitare una sedia a rotelle. In sintesi, non ci si sta.
E non stiamo dicendo che la maggior parte degli apparecchi sono fatti così, quindi è difficile trovarne uno. No no, sono proprio tutti fatti così.
Così, se ti fa male un dente e hai bisogno di un intervento dentistico, comincia l’avventura. Si comincia a fare telefonate a tappeto, chiedendo direttamente agli studi medici ma anche ad amici e conoscenti, per capire come hanno superato il problema. Scoprendo drammaticamente che nella maggior parte dei casi il problema, per quanto comune a tutti, non l’ha risolto quasi nessuno.
Mal comune ma senza gaudio.
L’unica alternativa offerta a Cristina è una tac: lo stesso macchinario, solo che lo si usa da sdraiati. Ma la tac non rileva i nervi, elemento piuttosto indispensabile quando un dentista deve operare. Soprattutto, la TAC costa 500 euro fatta privatamente; in alternativa, richiesta con il servizio sanitario nazionale, l’attesa è di anni. Anni, con un dente cariato.
Alla fine non resta che organizzarsi in proprio con un po’ di inventiva. Il dentista di Cristina ha un secondo studio a Garlate, sul lago di Lecco, un po’ più spazioso. Si prendono un’ora intera; spostano il mobilio e riorganizzano la stanza. Prendono tutte le misure e si dicono che sì, forse ce la fanno al centimetro con un po’ di astuzie: Cristina deve togliere una parte di busto che indossa quotidianamente, abbassare la spalla sinistra rispetto a come la tiene di solito, modificare la postura. Così riesce a posizionarsi di fronte alla macchina. Il macchinario parte, il braccio gira, colpisce la carrozzina sul retro e Cristina sulla spalla sinistra, ma alla fine si raggiunge il risultato: Cristina ha la radiografia
Ora non le resta che risistemare busto e carrozzina, risalire in auto e rifare un’altra ora di auto per tornare a casa.
Un’impresa, solo perché si usa una sedia a rotelle, riuscire a ottenere una panoramica ai denti.
Però, in compenso, che panorama!