WeGlad, app per gladiatori che combattono per l’accessibilità

I gladiatori romani, personaggi storici che però nell’immaginario collettivo talvolta assumono sembianza di figure mitologiche, capaci di combattere senza risparmiarsi per il bene più grande: vivere un giorno in più con dignità.


A questa forma mentis si sono ispirati Paolo Bottiglieri e Petru Capatina per battezzare una app di loro ideazione che permette di mappare l’accessibilità di strade e locali per chi ha una disabilità e una ridotta mobilità.


Così nasce WeGlad, dall’espressione inglese Welcome Gladiators, ovvero Benvenuti Gladiatori. Come i combattenti dell’antica Roma scendevano nell’Arena per scoprire quale destino li attendeva, così i gladiatori di oggi – coloro che hanno difficoltà motorie – non hanno scelto i loro avversari, ma se li trovano imposti da altri: barriere architettoniche, burocrazia assurda, difficoltà gestionali, mancanza di opportunità.

Descrizione immagine: il team di WeGlad, 7 persone in piedi, poggiate a un tavolo, che guardano l’obiettivo sorridendo. Al centro il presidente Riccardo Taverna.


Certo il nemico da combattere non è la disabilità. Quella è solo una condizione, una compagna di viaggio con cui si scende a patti e compromessi per vivere al meglio delle proprie potenzialità. Ovvero quello che fa ogni singolo essere umano.

Sono i limiti esterni quelli che nascono dalle basse aspettative della società e dalla mancanza di considerazione delle diverse necessità, che richiede determinazione e coraggio. E anche unione. Ecco perché WeGlad è soprattutto una community, pensata per la condivisione di informazioni, suggerimenti, avvisi utili: un marciapiede senza scivolo, una buca in mezzo alla strada, un locale con bagno sì accessibile ma magari con tre gradini davanti. E poi le segnalazioni in tempo quasi reale, come un’automobile parcheggiata dove non dovrebbe o un ascensore che non funziona.


Quindi una app per chi è disabile? No, una app per tutti, perché questo è il vero concetto di inclusione. Infatti i due soci fondatori non hanno una disabilità, semplicemente hanno compreso cosa significa faticare a muoversi a causa delle barriere architettoniche o per inaccessibilità dei luoghi.

I fondatori

Paolo Bottiglieri prova da ragazzo cosa significa affrontare la città con la sedia a rotelle, quando accompagnava i nonni che con gli anni non camminavano più in autonomia; ogni tragitto poteva nascondere un imprevisto, ogni commissione diventava una sfida. Poi trova lavoro all’aeroporto di Torino, la sua città, come personale addetto all’accoglienza proprio dei passeggeri con ridotta mobilità. Lì scopre che la sua esperienza, ben lontana dall’essere una eccezione, coinvolgeva invece moltissime persone.
All’Università Paolo incontra Petru Capatina, che da ragazzo per un incidente è rimasto bloccato per mesi senza poter camminare. Così Petru scopre che esiste un mondo parallelo, visto da un’altra prospettiva, purtroppo molto più complicato da affrontare.

Da queste due esperienze nasce un obiettivo comune: fornire gli strumenti per condividere informazioni che possono realmente essere di aiuto nella quotidianità. “Siamo eterogenei, per così dire, e questo è un valore aggiunto- spiega Paolo -. In sintesi, la nostra start up rappresenta quella che dovrebbe essere la società”. L’attuale presidente di WeGlad è Riccardo Taverna, una diagnosi di CIDP a 27 anni e di Parkinson precoce a 32, uno dei massimi esperti di sostenibilità e reporting, autore del primo bilancio a infografiche in Italia; lui è l’emblema stesso del gladiatore.

Come funziona la app

La forza di WeGlad è quella di essere nata da una “arena”, ovvero da oltre 300 intervista fatte da Paolo e Patru ai diretti interessati per comprendere come strutturare la applicazione. Non a caso, come dice Paolo, “WeGlad è più una community più che una semplice app”.

Oltre 10mila persona al momento sono registrate in tutta Italia: solo Milano ha più di 6mila segnalazioni. Arrivano note su pericoli, barriere, disservizi, dalle strade o dai locali, con foto sempre oscurate per coprire i dati sensibili. I commercianti coinvolti, quando comprendono l’obiettivo ultimo, reagiscono positivamente: una recensione permette loro di sottolineare i punti di forza del locale e agire per rimuovere gli ostacoli. Non si tratta di fare recensioni o dividere in categorie con etichette di posti “buoni o cattivi”. Anzi è proprio dalle etichette che si vuole deviare, per arrivare a un concetto ampliato di inclusione e accoglienza.

Descrizione immagine di copertina: Il presidente Riccardo Taverna, seduto sulla carrozzina elettrica con indosso una giacca grigia gessata e un pullover grigio chiaro, è al centro; alla sua sinistra Paolo Bottigliere, con una giacca blu, e alla sua destra Patru Capatina, con un giacca grigio molto chiaro. Paolo ha in mano una statuetta con l’elmo di un gladiatore dorato. I due ragazzi sono piegati in avanti per avvicinarsi a Riccardo; tutti e tre guardano verso l’obiettivo. .


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Descrizione copertina: su fondo blu dall’alto logo di Storiecocciute – Inclusive culture; a scendere “comunicazione efficace inclusiva – tecniche di conversazione e comunicazione assertiva quando si incontra la disabilità – con 10 storie reali”; grafica con un ragazzo in sedia a rotelle con maglia gialla e pantaloni rossi e un ragazzo di uno sgabello con maglia bianca e jeans, entrambi seduti di fronte a una scrivnia con pc acceso. In fondo: di Elisa Bortolini, con Cristina Lavizzare, prefazione di Marco Rasconi presidente nazionale UILDM.