Genitori insegnanti: basta con le accuse a vuoto

“I genitori picchiano gli insegnanti se non piace il voto”

Lo dico subito: questo è un post pungente. E se a prima vista può sembrare esulare dal tema dell’inclusione scolastica, in realtà è strettamente collegato. Perché parliamo di luoghi comuni ripetuti con superficialità e ai genitori caregiver capita spesso di essere etichettati con diversi luoghi comuni.


E’ frequente essere tacciati di essere esagerati, apprensivi, oppressivi, pretenziosi. Fino a sentire frasi come: “I genitori con figli disabili non si rendono davvero conto della situazione e pretendono cose assurde”.

Sono affermazioni generalizzanti, con lo scopo di depotenziare le richieste del singolo, inserendole in un gruppo indistinto, così da arrivare al famoso fascio che raccoglie l’erba.

La stessa logica si applica a tutti i genitori, indistintamente, con frasi altrettanto assurde come quella citata all’inizio.
Trovo dannoso – oltre che offensivo, ma lo metto in secondo piano – che si possano affermare simili cose impunemente, come la frase qui riportata che ho preso da un commento sui social. È un’affermazione vuota e falsa, un luogo comune privo di fondamento: se si prendessero di mira in questo modo altre categorie, si solleverebbe un’ondata di sdegno.

Frase presa dai socil che recita “Una volta se pendevo un brutto voto i genitori mi sgridavano, oggi picchiano i professori”

Eppure, l’ho sentita – ahimè – più di una volta, usata per giustificare le difficoltà della scuola. Riassumendo: “è colpa dei genitori”. Analizziamola, allora, questa affermazione.

Genitori insegnanti – a chi conviene contrapporli?

Quanti sono i casi di genitori che aggrediscono gli insegnanti? Proviamo a fare una stima.

In Italia ci sono oltre 8 milioni di studenti. Diciamo, approssimativamente, 4 milioni di famiglie.
Quando si attribuisce un comportamento a un’intera categoria, ci si aspetta che una percentuale significativa – per esempio il 20% – lo manifesti. Il 20% di 4 milioni è 800.000.
Ci sono 800.000 famiglie che ogni anno aggrediscono insegnanti? No.
Dimezziamo: 400.000? No. Nemmeno 40.000, 4.000 o 400. Forse 40? Non lo so, ma potrebbe essere un dato più vicino alla realtà, includendo anche le aggressioni verbali, le minacce, o situazioni borderline: insomma, tutte quelle forme di violenza non necessariamente fisica, ma comunque gravi.

Non serve essere insegnanti di matematica per calcolare che 40 su 4.000.000 equivale allo 0,001%. In sostanza: stiamo parlando del nulla.
Se no, dovremmo dire che, siccome l’1% (me lo concedete?) dei docenti è impreparato o incapace di relazionarsi con gli studenti, allora “i professori non sanno insegnare”. Io non mi permetterei mai: perché invece si accetta che si dica dei genitori?

Ognugno di noi è un 100%

Certo, qualcuno dirà: “Anche un solo caso è grave”.
Verissimo. È ciò che dico sempre: non importa se le statistiche dicono che i percorsi di inclusione scolastica funzionano nel complesso. Se un solo bambino si sente emarginato, per lui è il 100% della sua esperienza che diventa negativa.

Questo, però, non significa che le aggressioni agli insegnanti non siano gravi: lo sono eccome. Ma non c’entrano con la scuola né con i genitori in quanto tali. Si tratta di episodi di violenza da affrontare in sede legale e penale. Riguardano il singolo, non la categoria.

Parliamo di persone violente e pericolose, che sono tali nella loro vita, non solo nel ruolo di genitori. Perché, davvero, vogliamo credere che una persona equilibrata, seria, educata e affidabile impazzisce all’improvviso perché vede un 4 sul registro elettronico del figlio?
Direi di no, o ci ritroviamo in uno scenario da tg del pomeriggio: un uomo aggredisce un vicino e il barista della zona commenta: “quando entrava da noi era sempre gentile”.

In sostanza, se una persona – che è anche genitore – aggredisce un’altra – che è anche insegnante – l’unica cosa da fare è chiamare immediatamente le forze dell’ordine e coinvolgere i servizi sociali a tutela del bambino.

Non confondere violenza con comportamento

Quella dovrebbe essere la vera preoccupazione di tutti: salvare un bambino da un contesto familiare violento. Invece si distoglie lo sguardo, dicendo che quei genitori viziano i figli, li giustificano sempre.
Come se davvero si potesse confondere la violenza con l’indulgenza. E come se pochi, seppur gravi, episodi potessero descrivere un’intera categoria di persone le cui legittime rimostranze vengono così screditate.

Pensateci, vi prego, se siete tra coloro che usano queste frasi con leggerezza.
Perché queste frasi chiudono ogni possibilità di confronto e collaborazione.