Marta, che sott’acqua respira davvero

Come tutti i bambini, amava il mare. Passava ore in acqua con suo padre, e adorava le immersioni. Un gioco che è diventata una passione e che, tempo dopo, ha scoperto essere utile per la sua condizione.

Marta Osti, 35enne laureata in Psicologia, convive con la Sma, malattia neuromuscolare caratterizzata dalla progressiva morte delle cellule nervose del midollo spinale. Tra le difficoltà che comporta la malattia, ci sono anche quelle respiratorie. Gli esercizi di fisioterapia respiratoria sono consigliati a chiunque abbia questa patologia, e tra questi c’è l’apnea.

Ma Marta non ha seguito alcun consiglio medico. Spontaneamente ha messo in atto ciò che la faceva sentire bene. “Da bambina – racconta Marta – ho passate intere estati in Liguria. Da qualche anno invece preferisco la Puglia. Con mio papà passavamo ore in acqua a giocare, e sono sempre stata sott’acqua. Lo facevo di istinto, ho scoperto dopo che è utile per la mia patologia”.

In effetti, utilizzare le apnee in acqua per una costante ginnastica respiratoria si rivela molto più efficace di quella praticata in ambiente terrestre. “L’apnea aiuta a rafforzare i muscoli del diaframma. Io stessa sono molto migliorata da questo punto di vista” racconta la neo psicologa.

Ma ha scoperto anche un’altra cosa: per restare sott’acqua, oltre a fare affidamento sul corpo, bisogna affidarsi alla mente“Quando sono in apnea, io respiro veramente – racconta -. Ho scoperto con tempo che restare in apnea sott’acqua non è uno sforzo solo fisico, ma soprattutto mentale. Se non si è rilassati, non si riesce ad affrontare l’esercizio. E’ lo stato di rilassamento che permette di gestire il proprio corpo e di ascoltarne i bisogni”.

E’ lei, infatti, che dirige l’immersione. Marta si immerge sempre con qualcuno che la sostiene, ma decide lei i tempi: quando vuole riemergere, soffia delle bolle dalla bocca. Il segnale che mette fine all’esercizio. “Sott’acqua il tempo si dilata. Non calcolo mai quanto tempo resto in apnea; a volte ci ho provato, ma sono sempre riemersa prima di quanto mi accadeva solitamente. Allora ho imparato semplicemente a godermi il momento e a lasciare andare”

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