Roma città accessibile: in Europa è nella top ten

La città più accessibile in Europa è Londra, seguita da Parigi e Amsterdam. Al decimo posto c’è Roma. E chi lo dice? La classifica è realizzata dal Dipartimento dei Trasporti del Regno Unito che ha divulgato lo studio dal titolo “Disabled People’s Travel Behaviour and Attitudes to Travel” (Comportamento e atteggiamento nei confronti del viaggio delle persone con disabilità).

Qualcuno si stupisce che la capitale italiana abbia ottenuto un tale risultato? Sicuramente sì, perché si ha una percezione diversa. Un po’ dipende dall’abitudine – purtroppo abbastanza consolidata – di vedere più facilmente gli aspetti negativi delle situazioni piuttosto che dei positivi, un po’ dalle aspettative: la ricerca si concentra soprattutto sui viaggiatori disabili, mentre chi vive in una città la vede diversamente.

Ma il punto di tutto è un altro ancora: accessibile non significa inclusivo.

E’ probabilmente su questa diversa interpretazione che si ottiene un risultato che non è sbagliato, semplicemente risponde solo a un gruppo di richieste.

Su cosa si è basata la ricerca

Ho cercato i requisiti con cui è stata fatta questa classifica, devo confessare senza grande successo, quindi sono andata un po’ a intuito analizzando il documento in lingua originale. Sono stati presi in esame i mezzi di trasporto, i luoghi scelti e quante volte gli ostacoli hanno fatto desistere dall’idea di viaggiare. Roma è una città unica al mondo e la spinta a vistarla è altissima; questo forse può invogliare a viaggiare anche quando il servizio non è al meglio.

Oppure, ancor più probabile, il servizio pubblico romano risponde – almeno sulla carta, quindi al netto di disservizi – alle norme in tema di abbattimento di barriere architettoniche. Anzi è certo che sia così. Discorso che vale anche per musei, monumenti, siti archeologici e luoghi culturali in generale. Spazi di cui la capitale non difetta di certo; così si può intendere Roma città accessibile.

Tutti questi lughi, soprattutto quando si parla di edifici e quando sono gestiti dagli Enti pubblici, devono sottostare a chiare norme sulle barriere architettoniche. In sintesi ci sono scivoli, ascensori e pedane che permettono di accedervi, magari anche targhe in braille per le persone non vedenti, trascrizioni di audio per persone non udenti, percorsi alternativi per chi ha difficoltà di deambulazione. Tutti provvedimenti giusti, importanti e che permettono sia di essere in linea con la normativa che di consentire l’accessibilità alle persone disabili.

Ma nulla di tutto ciò rende una città realmente inclusiva.

Sfide quotidiane all’accessibilità

Facciamo qualche generico, che non corrisponde per forza a eventi accaduti a Roma ma che sono verosimili. E’ accessibile ma non inclusivo poter entrare in un museo ma dover seguire un percorso completamente diverso da quello che fanno gli altri; stessa cosa se posso accedere a un monumento storico solo in certi orari in base alla presenza del personale, oppure se non posso acquistare il biglietto online perché i ticket per le persone disabili si comprano solo in loco (accade più spesso di quanto si possa pensare).

C’è però da dire che alcune di queste situazioni hanno difficile soluzione. Non è cosa semplice intervenire per esempio sul Colosseo per mettere ascensori o scivoli, o modificare strade e accessi in una città che ha monumenti vecchi di 2000 anni. Nessuno chiede di intervenire sul patrimonio culturale per rendere davvero Roma città accessibile.

Il nucleo alla base dell’accessibilità, che poi si ripercuote sul concetto di inclusione, è la vita quotidiana. E’ probabile che le fermate della metro per arrivare a visitare il Colosseo o il centro siano accessibili, ma più in periferia le cose cambino. O che i mezzi di superficie per i luoghi turistici siano più numerosi e attrezzati rispetto a quelli per girare in città. Aggiungiamo gli ascensori periodicamente fuori servizio, le strade dissestate, i ristoranti con poco spazio, i locali con bagni semi accessibili, le lunghe attese anche nei percorsi agevolati; tutte barriere non solo fisiche che però rallentano di molto la circolazione delle persone con disabilità riducendo le occasioni di vivere quella che è – mi sento di dirlo – la città più bella del mondo.

Roma città accessibile: un traguardo notevole

Resta il fatto che Roma città accessibile tanto da essere decima in una classifica a livello europeo è indubbiamente un ottimo risultato, Significa che c’è una attenzione diffusa e la volontà di rendere accessibile tutto ciò che è possibile.

Si potrebbe fare di più ma quello che conta realmente è “fare meglio”: rendersi conto di quali sono davvero gli ostacoli, far funzionare quello che già esiste e pensare a soluzioni alternative che rendano i percorsi per turisti accessibili per tutti. Perché è questo, alla fine, il vero concetto di inclusione.  

Elisa Bortolini

Giornalista professionista dal 2012 e scrittrice. Ho fondato il marchio editoriale Storiecocciute nel 2021, cominciando a raccogliere biografie di persone note e comuni con disabilità che avevano un elemento in comune: sono riusciti a superare le basse aspettative della società realizzando quello che gli altri ritenevano fosse impossibile.

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