Stefania, che ha trovato la sua strada da giornalista

Stefania Delendati ha 6 anni e vive in campagna in una grande casa con i genitori e i nonni. E’ il 1982, Stefania ha iniziato la prima elementare e ogni giorno va a scuola, a un paio di chilometri da casa sua. Sua mamma  la accompagna in macchina , sia per la distanza sia per la sua condizione: ha la Sma di tipo 2 e ha bisogno di un supporto per muoversi. Non si trovano sedia a rotelle per bambini, così Stefania in giro usa una sorta di passeggino, e a scuola una sedia modificata con ruote, braccioli e poggiapiedi realizzata da suo papà.

La scuola è una bella esperienza per Stefania, soprattutto con i suoi compagni. Qualche volta invece con gli adulti fa più fatica. Una maestra aveva detto con stupore a sua mamma “Ho visto che Stefania addirittura sorride!”, come se il fatto di avere una patologia neuromuscolare non le permettesse di provare ed esprimere emozioni, o forse non le permettesse di essere felice e di giocare con gli altri bambini.

Una scuola senza scivolo

Quando va alle medie, per facilitare l’accesso alla scuola si propone di installare uno scivolo, ma la preside si oppone: gli altri bambini, dice, potrebbero inciampare. Nemmeno il bagno è accessibile e Stefania deve usare quello delle insegnanti.. In generale la preside non sembra aver un gran feeling con Stefania: quando entra in classe la prende in giro perché gli altri alunni si alzano e lei no. Per fortuna con altri insegnanti va meglio: il professore di musica riesce anche a riadattare un flauto, con una stanghetta degli occhiali e una molla, così che Stefania possa chiudere l’ultimo buco dello strumento.

Nulla di questi episodi allontana  Stefania dalla scuola, ma altre condizioni sì. Un po’ per la distanza da qualsiasi istituto superiore e per le sue condizioni di salute, Stefania decide di non frequentare più la scuola ma di restare a casa. Segue un corso di informatica per corrispondenza e, nel frattempo, coltiva la passione per la scrittura.

Ancora non lo sa, ma il computer e la scrittura le permetteranno di aprirsi sul mondo e creare la propria carriera.

Stefania e la passione per la scrittura

Descrizione: Stefania in casa sua mentre legge un libro poggiata sul ripiano della carrozzina. Indossa una maglia fucsia, ha i capelli lunghi fino alle spalle e porta gli occhiali.

Stefania comincia a scrivere per il giornale della UILDM di Salsomaggiore; è così che comincia a muoversi nel mondo del giornalismo. Un giorno, quando ha 19 anni, legge un annuncio di una Agenzia di stampa che tratta temi sociali. Si trova in Lombardia, a Monza, a 120 chilometri da casa sua. Ma ormai siamo all’inizio del nuovo Millennio e internet è entrato in tutte le case, permettendo di lavorare a distanze prima impensabili. Stefania si butta: contatta l’Agenzia e si offre per il lavoro; la accettano e comincia la sua avventura nel giornalismo. I primi pezzi li consegna con un floppy disk inviato con un corriere, poi passa alle email. Alla fine, nel  2000, entra a far parte dell’albo dei giornalisti pubblicisti dell’Emilia Romagna

Stefania ha decisamente trovato la sua strada. Collabora per anni con HPress, la prima agenzia giornalistica delle persone con disabilità, notiziario quindicinale inviato alla Commissione affari sociali della Camera e alla Commissione igiene e sanità del Senato. Arriva a collaborare con il Trimestrale Camera di commercio di Parma, occupandosi non solo dei temi legati alla disabilità, ma anche di storia e arte del territorio, e con la testata online Superando.it, promossa dalla Fish  Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap , il cui direttore era Franco Bomprezzi.

La collaborazione con il blog InVisibili

Nel 2020 arriva il salto di qualità: grazie a Daniele Regolo, fondatore della prima piattaforma recruiting per persone con disabilità, il suo lavoro è sottoposto ai responsabili del blog InVisibili del Corriere della Sera. Stefania viene contattata e inizia a lavorare per la prestigiosa testata.

Il  tutto restando nella casa di quando era bambina, a Soragna, nella campagna di Parma. Stefania è riuscita a costruire la sua professione grazie a un computer e a un software particolare, regalatole da un amico. Si chiama Dragon, programma di riconoscimento vocale che le permette di scrivere.  Stefania infatti non usa le mani, ma questo non le ha impedito di diventare giornalista. La tecnologia è stata una sua grande alleata; nel2018 infatti ha trovato una carrozzina elettrica con un joystick sensibilissimo che riesce a guidare da sola, migliorando enormemente il suo grado di autonomia.

Descrizione immagine di copertina: Stefania nel giardino di casa sua ripresa da lontano di fianco. Stefania è sulla sua carrozzina elettrica, indossa un paio di jeans e una maglietta a maniche corte rosa. E’ vicino a una albeto composto da tre tronchi sottili e contorti con fogliame verde e una parte di fiori rosa acceso. Dietro li lei la cancellata e poi la strada.


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Descrizione copertina: su fondo blu dall’alto logo di Storiecocciute – Inclusive culture; a scendere “comunicazione efficace inclusiva – tecniche di conversazione e comunicazione assertiva quando si incontra la disabilità – con 10 storie reali”; grafica con un ragazzo in sedia a rotelle con maglia gialla e pantaloni rossi e un ragazzo di uno sgabello con maglia bianca e jeans, entrambi seduti di fronte a una scrivnia con pc acceso. In fondo: di Elisa Bortolini, con Cristina Lavizzare, prefazione di Marco Rasconi presidente nazionale UILDM.