Carmelo, che ha dato vita al Disability Pride

Carmelo Comisi si diverte a inventare sketch comici e fare imitazioni. La sua maestra delle elementari lo fa addirittura esibire di fronte alle colleghe. E’ il 1991, Carmelo ha 9 anni. La sua esibizione di maggior successo è quella in cui imita la bisnonna che commenta le notizie sulla Guerra del Golfo. Con l’accento della sua Sicilia, il leader iracheno diventa uno spiritoso “Madamusè”.

E’ il 1996. Carmelo ha 14 anni e ha una vita come quella di tanti suoi coetanei. La scuola, gli amici, i giri in motorino per il suo paese, Vittoria in provincia di Ragusa. Una vita che sembra già definita, ma il destino rimescola le carte. Un incidente stradale, grave, e tutto cambia. Carmelo, appena adolescente, resta paraplegico: si ritrova a poter muovere solo la testa e la mano, quanto basta per guidare la carrozzina elettrica attraverso un monitor.

Carmelo scopre che per riavere la sua vita, deve lottare. Contro barriere, pregiudizi, burocrazia. In lui cresce la rabbia e, dice, “da qualche parte la dovevo incanalare”. Quell’energia finisce nell’attivismo e nella lotta per i diritti civili, come risposta alla sua richiesta di autonomia e indipendenza.

E’ il 2015. Carmelo decide di organizzare una manifestazione per la dignità e l’inclusione delle persone con disabilità. La chiama Handypride. Cercando in rete scopre che dall’altra parte del mondo, a New York, c’è qualcuno che sta facendo qualcosa di simile: Mike Ledonne, padre di una ragazza disabile, ha organizzato un corteo dal nome DisabilityPride. Carmelo lo contatta, nasce una collaborazione. La manifestazione di Vittoria, città di 63mila abitanti nel Sud della Sicilia, va in scena in contemporanea con quella  di New York City.

Carmelo decide di ampliare gli orizzonti, anno dopo anno. Adottato il nome americano, la celebrazione si sposta a Palermo, poi a Napoli. Nel 2018, arriva a Roma. Carmelo, intanto, arriva a Firenze, dove si laurea in Filosofia.

Descrizione immagine: uno scatto del Disability Pride del 2015. Carmelo è al centro e guarda alla sua sinistra sorridendo all’obiettivo; a fianco a lui altre due persone in sedia a rotelle, dietro di loro il corteo.

E’ il 2020, arriva la pandemia. Il lockdown cancella gli eventi in programma per la manifestazione, ma la lotta va avanti lo stesso. DisabilityPride da Onlus diventa network, raggruppa 50 realtà nazionali e internazionali.

Durante la quarantena, Carmelo sfrutta i social. Dà vita alla prima serie web sit-down comedy: con la comicità affronta i temi dell’inclusione e dei diritti sociali.

Il 2 ottobre 2020, il Disability Pride arriva in televisione. Un programma di 2 ore con ospiti e servizi di approfondimento, con l’ obiettivo portare l’attenzione sulle problematiche sociali:  l’accoglienza, le barriere, l’inclusione, i diritti civili.

Carmelo è il co-conduttore della serata. E come nei suoi giochi di bambino, torna sul palcoscenico.

Descrizione immagine di copertina: una immagine del Disability pride del 2015. Al centro Carmelo sulla carrozzina elettrica: indossa una maglia grigia e pantaloncini gialli corti, un cappello bianco con visiera e occhiali da sole. A fianco a lui altre tre persone in sedia a rotelle, una alla sua destra e due a sinistra. Sul retro le persone che partecipano al corteo.



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Descrizione copertina: su fondo blu dall’alto logo di Storiecocciute – Inclusive culture; a scendere “comunicazione efficace inclusiva – tecniche di conversazione e comunicazione assertiva quando si incontra la disabilità – con 10 storie reali”; grafica con un ragazzo in sedia a rotelle con maglia gialla e pantaloni rossi e un ragazzo di uno sgabello con maglia bianca e jeans, entrambi seduti di fronte a una scrivnia con pc acceso. In fondo: di Elisa Bortolini, con Cristina Lavizzare, prefazione di Marco Rasconi presidente nazionale UILDM.