Marina e la caccia alle uova da sola

*da una segnalazione di Laura Andrao, Referente Legale Coordinamento Nazionale Famiglie Con Disabilità 

Marina ha 4 anni e frequenta il secondo anno di scuola dell’infanzia. Gli piace moltissimo stare insieme ai suoi compagni ed è dispiaciuta di passare meno tempo di loro a scuola. E non per sua scelta.
Marina ha una grave disabilità causata da una malattia avuta alla nascita e porta la peg e la tracheostomia. Ha quindi bisogno di assistenza continua da parte di  una OSS, una infermiera che gli stia accanto, ma non gli sono state assegnate abbastanza ore per garantirgli una frequenza completa.

Marina quindi deve uscire prima e fare un orario ridotto. Non è la situazione corretta ma è purtroppo piuttosto frequente. La famiglia si adatta mentre, con il supporto di un legale, lotta per vedere rispettato il diritto di Marina ad andare all’asilo come qualsiasi altro bambino. Nel frattempo l’obiettivo è far vivere a Marina una esperienza il più possibile completa, inserita nel gruppo classe e condividendo le attività insieme ai suoi compagni.

Come le attività per Pasqua. Marina è molto emozionata: l’ultimo giorno prima delle vacanze c’è in programma  la caccia alle uova! I bambini usciranno nel giardino della scuola cercando le uova fra l’erba, i cespugli, i fiori. Marina si muoverà con la sua sedia a rotelle e parteciperà con tutti gli altri a quello che è un evento di festa.

Ma le cose prendono una piega ben diversa.

La caccia alle uova è in programma per il pomeriggio ma Marina starà a scuola solo al mattino. Come fare? Le maestre decidono di anticipare l’attività, soluzione che appare logica. Non per tutti però, solo per lei.

Lei, Marina, farà la caccia alle uova da sola.

Marina quindi esce in giardino, mentre il resto della classe rimane in aula, con l’adulto che lo accompagna, facendo quello che è un classico gioco di gruppo in solitaria. Una divisione netta fra il gruppo classe e il bambino “con bisogni speciali”.

Le maestre fotografano l’evento e mandano gli scatti alla mamma di Marina. Il loro intento è quello di rassicurare la famiglia sul fatto che anche lei ha fatto la caccia alle uova “come gli altri”. Solo che gli altri non c’erano.

Nel concreto, si è trattato di un surrogato che ha sottolineato – invece di annullare – la diversità di trattamento verso Marina.

L’attività è stata resa accessibile sì, ma l’inclusione è un’altra cosa.

Descrizione immagine di copertina: in un prato, un bambino di spalle è piegato a prendere qualcosa fra l’erba; ha in mano un cestino con uova colorate. A fianco a lui, ma girata in modo che gli dia la schiena, una bambina in sedia a rotelle che guarda nell’altra direzione.


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Descrizione copertina: su fondo blu dall’alto logo di Storiecocciute – Inclusive culture; a scendere “comunicazione efficace inclusiva – tecniche di conversazione e comunicazione assertiva quando si incontra la disabilità – con 10 storie reali”; grafica con un ragazzo in sedia a rotelle con maglia gialla e pantaloni rossi e un ragazzo di uno sgabello con maglia bianca e jeans, entrambi seduti di fronte a una scrivnia con pc acceso. In fondo: di Elisa Bortolini, con Cristina Lavizzare, prefazione di Marco Rasconi presidente nazionale UILDM.