Miss Coraggio! Addirittura partecipi a Miss Italia

“Che coraggioso che sei! Io non ce la farei!”

Abbiamo dedicato un intero capitolo del nostro libro parlando di frasi di questo genere, inserendole nell’elenco di quelle che non dovrebbero essere usate. E i fatti di questi giorni ci dicono che, purtroppo, abbiamo avuto ragione.

Ecco che il “coraggio delle persone disabili” torna di moda sulle passerelle del concorso di bellezza più iconico della nazione. Una delle concorrenti di Miss Italia vince l’ambita (?) fascia di Miss coraggio. Cosa avrà mai fatto per meritarsela? È una ragazza autistica.

Nulla di più a quanto pare. Insomma è una ragazza che ha una disabilità, o per meglio dire una neurodivergenza, e ha addirittura avuto il coraggio di partecipare a un evento insieme ad altre sue coetanee. Questo ha colpito il cuore di molte persone.

Può sembrare un complimento ma non lo è. Significa stupirsi di qualcosa che, se fatto da chi non ha un foglio con una diagnosi, non crea stupore. Quindi, in poche parole, non si considera la sua presenza pari a quella delle altre.

È vero che Jennifer Cavalletti, 19enne di Spoleto, alias Miss Coraggio, è la prima ragazza con diagnosi di autismo che abbia partecipato a Miss Italia. Questo è un risultato positivo, un passo avanti verso l’inclusione, ma il coraggio di Jennifer non c’entra nulla. Lei ha mostrato la stessa determinazione delle altre concorrenti: quella che l’ha spinta a mettersi in gara e accettare di partecipare alla competizione. 

Eppure Patrizia Mirigliani, patron del concorso, che le ha consegnato la fascia, ma sicuramente anche una parte di spettatori, si è commosso nel vedere una ragazza con una “così grave difficoltà nella vita” che è stata capace addirittura mostrarsi in pubblico e partecipare a un evento nazionale. Una ispirazione per imparare ad amare di più la vita.

Questo non è un atteggiamento inclusivo. E’ un atteggiamento da inspiration porn, come diceva Stella Young.

Se Jennifer ha dovuto superare più ostacoli delle sue colleghe per arrivare alla competizione è stato per i pregiudizi della società; in quello sì ha dovuto mostrare coraggio, ma non è ciò che le è stato riconosciuto.

Jennifer non è stata giudicata come le altre ragazze per la sua avvenenza, la sua bella presenza, il portamento o qualsiasi altra caratteristica sia importante per partecipare a un concorso di bellezza. È stata giudicata – anche se in maniera positiva, si tratta pur sempre di un giudizio – sulla base della  sua neuro divergenza; in sintesi è stata giudicata su parametri diversi da quelli delle altre ragazze.

Qualcuno potrebbe pensare che sia già un grande passo il fatto che Jennifer sia riuscita arrivare sul palco. Certo, ma la sua battaglia non è stata contro la sua condizione; non è mai quello il nemico da sconfiggere. La battaglia l’ha dovuta fare contro il pregiudizi e le basse aspettative della società

E questo atteggiamento è purtroppo riassunto in quella fascia, che non le riconosce il merito per ciò che è e per ciò che fa, ma dice molto di come una percentuale non indifferente della popolazione vede le diverse forme di disabilità. Come condizioni così sfortunate che per riuscire a fare quello che fanno gli altri serve una buona dose di coraggio.

Descrizione immagine di copertina: foto Ansa. Patrizia Mirigliani a sinistra, con un comleto cardigan e pantaloni rosa chiaro, maglia nera e capelli a caschetto castani, abbracciata a Jennifer Cavalletti, alla sua destra, con un abito lungo fucsia e la fascia di Miss coraggio; Jennifer ha i capelli neri poggiati sulla spalla sinistra e lunghi fino alla vita.

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Descrizione copertina: su fondo blu dall’alto logo di Storiecocciute – Inclusive culture; a scendere “comunicazione efficace inclusiva – tecniche di conversazione e comunicazione assertiva quando si incontra la disabilità – con 10 storie reali”; grafica con un ragazzo in sedia a rotelle con maglia gialla e pantaloni rossi e un ragazzo di uno sgabello con maglia bianca e jeans, entrambi seduti di fronte a una scrivnia con pc acceso. In fondo: di Elisa Bortolini, con Cristina Lavizzare, prefazione di Marco Rasconi presidente nazionale UILDM.