“È facile avere successo perché devo solo migliorare dell’1% ogni giorno”.
Florida, 2018. Chris Nikic ha 19 anni ed è uno sportivo. Ha appena finito una gara di triathlon: 1000 metri in acque libere. Ma non è sempre stato così, anzi.
Chris è nato con la sindrome di Down e diversi problemi di salute. Ha subito un intervento a cuore aperto quando aveva cinque mesi. Non ha camminato autonomamente fino a dopo i 4 anni di età. Non è riuscito a ingerire cibi solidi fin dopo i 5 anni. A 17 anni ha subito 4 operazioni importanti all’orecchio.
Poche persone credevano che lui potesse raggiungere un simile obiettivo. Ma ci è riuscito. Finita la gara di nuoto, Chris si è conquistato il diritto, come da tradizione, di apporre la sua firma sul muro di una casa. Prende il pennarello nero e scrive “Chris World Champ”. Chris campione del mondo.
Suo padre Nick resta colpito. A quando suo figlio è nato, ha ricevuto tante – troppe – previsioni negative. Medici, insegnanti, educatori ripetevano spesso – troppo spesso – “non potrà, non farà, non riuscirà…”.
Cresciuto, ha ancora difficoltà con l’equilibrio, i tempi di reazione, un tono muscolare basso. Ha una curva di apprendimento più lenta della media; ma coi suoi tempi, arriva lontano.
In fondo, Chris ha appena fatto qualcosa che nessuno pensava potesse fare: 1 chilometro a nuoto in mare. Così padre e figlio pensano: in cosa Chris può essere campione del mondo?
Nick sa che c’è una gara di triathlon molto dura: l’Ironman. Una competizione che ha lo stesso nome dell’Avengers di ferro, ed è pensata per uomini di ferro: 3,8 chilometri di nuoto in acque libere, 180 chilometri in bicicletta e 42 chilometri di corsa. Senza pause, con un limite massimo di 17 ore.
Una gara per menti concentrate in fisici super allenati. Una gara per supereroi.
E’ deciso, quello è l’obiettivo. Nei 42 anni in cui è esistita la gara, nessuna persona con sindrome di Down ha mai partecipato.
Chris e suo padre si mettono al lavoro. Sfruttano una tecnica che si rivelerà vincente: “migliora dell’1% ogni giorno”. Così Chris inizia con una flessione, e dopo un anno ne fa 160. Inizia con una vasca a nuoto, e dopo 12 mesi sfiora i 4 chilometri. Arriva ad allenarsi anche 30 ore a settimana.
Arriva il giorno. Chris si alza prima del sole. Arriva alla linea di partenza, legato al suo allenatore. Si butta in acqua, nell’oceano, per la prima parte della gara.
Poi i 180 chilometri in bicicletta. Quando deve bere o mangiare, per motivi di equilibrio, Chris deve scendere dal veicolo. Ma ogni volta, risale.
Poi, la parte “facile”: la giornata si conclude con una corsa su un percorso pari a quello della maratona. Chris avanza, passo dopo passo, ormai nel buoi. E’ svegli dalle 4 del mattino, la gara dura da 15 ore.
Chris non cede, né fisicamente né mentalmente. Taglia il traguardo con un tempo di 16 ore e 46 minuti. Il 7 novembre 2020 Chris diventa la prima persona con sindrome i Down a completare un triathlon Ironman.
Chris ha già pronto il prossimo obiettivo: le Olimpiadi speciali del 2022 che si svolgono proprio in Florida.
Descrizione delle immagini.
Prima foto: Un bimbo di circa 4 anni con sindrome di Down. E’ seduto su una panchina al parco in una giornata estiva; indossa pantaloncini e t-shirt a righe. Ha in mano un brick di succo di frutta e indossa un casco da bici azzurro.